Araba Fenice, 1989 – 2013,
fibra di vetro pigmentata, alluminio dipinto, pietra,
cm 650 x 400 x 400.
Araba Fenice, Limonaia Grande, Giardino di Boboli, Firenze 2013.
“ […] Marco Bagnoli (1949) entrando in relazione con un’architettura della Limonaia all’interno dello spettacolare giardino di Boboli, cerca immediatamente associazioni tra il suo percorso visuale e la dimensione originale dello spazio ambientale. L’elemento comune lo trova nella rappresentazione dell’”Araba Fenice”, che richiama l’uso seicentesco dell’area, occupata dal serraglio, voluto da Cosimo III, dove si ospitavano animali esotici e il suo interesse per la simbologia dell’animale mitico, dall’estremo splendore e dalla straordinaria longevità: un’immagine che nella sua ricerca artistica richiama la continua rinascita del pensare e del guardare, attraverso la magnificenza di forme, colori e suoni. Il transito tra ieri e oggi è attuato attraverso la connessione tra la figura che è alla base di una mongolfiera, presentata nella sua essenza strutturale e richiamo all’ascensione, e la silhouette luminosa che si intravede, attraversando il portone che apre sul grande interno. Una passeggiata tra natura e architettura, giorno e notte dove la ricerca visiva diventa un intermediario tra illuminazione e oscurità del sentire e del percepire. È indice del desiderio irrefrenabile a rinascere come persona con la massima frequenza e continuità. Un risorgere laico e sensoriale che s’intreccia sempre con le radici storiche e immaginarie del territorio d’origine: queste sono alimento di nutrimento e di espansione verso il futuro in cui l’intimo si mescola al pubblico del fare arte.”
Germano Celant, Fenice in mongolfiera, in: l’Espresso, n. 30, anno LIX, 1 agosto 2013, p. 135.