Apertura Atelier Marco Bagnoli, 2017, veduta della mostra

Apertura Atelier Marco Bagnoli,

veduta della mostra.

Apertura Atelier Marco Bagnoli, Montelupo Fiorentino 2017.

Veduta parziale di una grande sala interna dell’Atelier in occasione della sua Apertura il 5 maggio del 2017. L’istallazione temporanea è a cura di Pier Luigi Tazzi, e riunisce, distribuite in tutti gli spazi dell’Atelier, opere datate a partire dal 1972 , le sculture lignee di Gambe incrociate a tetraedo e Quattro gambe topologiche, fino a quelle fatte o riadattate appositamente per questa occasione, dal nuovo graffito su intonaco dei Sette Dormienti, e l’installazione sonora Sentiero, al Tetto (lungo Sogna), 1981/2017, e a Fontana a Gubbio, 1996/2017.

 

Qui da sinistra:

Disegno A.R.S., 1997,
specchio parabolico, cassa di legno, sedia di legno, tavola dipinta,
cm 212 x 185 x 287.

L’opera corrisponde a Disegno A.R.S., esposta nella Chiesa di San Martino a San Miniato al Tedesco nel 1997, senza l’impianto sonoro di Giuseppe Scali e con l’aggiunta della sedia di legno che era apparsa come Sedia obliqua in IL BUON LUOGO COME MODELLO DELLA TEORIA DEI COLORI, un allestimento permanente commissionatogli da Lucrezio De Domizio Durini per un palazzo di Pescara nel 1976.
L’immagine è una pietra gettata nel lago, 1988,
legno, ferro ossidato, mercurio,
cm 124 x 124 ø.

Apparsa per la prima volta nella personale Madrigali alla Galleria Locus Solus di Genova nel 1988, è costituita da un cilindro di ferro ossidato in forma di macina di mulino, al cui centro si apre uno specchio quadrato di mercurio, nel quale a sua volta si riflette Il vortice dei volti, una scultura in legno dipinto, ottenuta per rotazione, i cui profili laterali corrispondono a un disegno di Leonardo da Vinci, Studio di due volti: un uomo anziano e un giovane, 1495, custodito nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi a Firenze.

 

Araba Fenice, 2011-2016,
onice rosa, pietra, proiezione di luce,
cm 71 x 63 x 53.

 

Fontana a Delphi, 2001-2016,
72 elementi in vetro blu, proiezione di luce,
dimensioni dello spazio ambiente.

 

L’anello mancante alla catena che non c’è, 1989,
ferro, legno, rame,
cm 480 x 380 ø.

 

Spazio x Tempo, 1975-2016,
apertura nella parete,
cm 300 x 60 x 190.

La “banda rossa”, più propriamente identificata con il titolo Spazio x Tempo, appare per la prima volta nel primo numero del giornale / manifesto SPAZIO X TEMPO, 15 febbraio 1975: l’impaginazione e la dimensione sono conformi alle misure della sezione aurea.

Il passaggio che introduce al dominio dell’armonia è la banda rossa, che Bagnoli inserisce sempre in ogni esposizione ed è composta da cinque quadrati, sovrapposti in verticale. […] Questa banda è come una soglia, o l’indicazione di una porta: la “Porta stretta” della tradizione.”
Fulvio Salvadori, Come Teurgia, in: cat. Marco Bagnoli. Oltre il passo / Beyond the Pass, 2002, p. 93.

 

Terra delle Madri, 2006,
72 elementi in alabastro, proiezione luce (gobos),
dimensioni dello spazio ambiente.

 

Come figura d’arciere, 1993-1994,
legno, mecca,
cm 330 x 200 x 180.

 

π (Torre), 2000,
ceramica a terzo fuoco e argilla cruda,
cm 400 x 140 ø.

“Detto questo, si mise in cammino sopra la terra delle grandi strade,
Febo, dall’intonsa chioma, l’arciere infallibile.
Tutte le immortali furono colte da meraviglia e tutta Delo si coprì d’oro,
guardando il rampollo di Zeus e Leto,
per la gioia che il Dio l’avesse scelta come sua dimora,
fra tutte le isole e tutti i continenti, e fosse la più amata nel suo cuore.
E fiorì come la cima di un monte che verdeggi di vegetazione.
Inno omerico a Apollo Delio, versi 133-139.
Il tetto d’oro in forma di torre rappresenta la creazione dell’isola al largo di Delo, trafitta dalle frecce di Apollo e dai raggi del Sole.”
Trad. it di π (Torre + Porta) in: Aunque es de noche, a sua volta in: cat. Marco Bagnoli, IVAM, 2000.