IO X TE Paesaggio / 2,
veduta parziale:
Mirabile verso, 1986 – 2007,
ceramica colorata,
cm 400 x 400 x 150 circa,
e
IO X TE (Libreria), 1990 – 2007,
legno dipinto, vetro specchiato, video proiezione,
cm 400 x 200 x 30.
Villa La Magia, Quarrata 2007.
La grande mostra IO X TE Paesaggio / 2 è concepita come una grande Opera Scenica in cui interagiscono opere plastiche, azioni, testi e musica. L’inaugurazione è al tramonto e il pubblico è invitato dal suono e dalla voce di due cantanti a percorrere cinque stazioni corrispondenti ad altrettanti momenti espositivi ciascuno dei quali ha un proprio suono. Il primo momento espositivo è all’interno della Limonaia di Levante a cui tuttavia non è concesso di accedere e dove è visibile dall’esterno un tetto di ceramica policroma inclinato: Mirabile Verso, 1996-2006. All’interno è anche IO X TE (Libreria), 1990 – 2007.
Mirabile verso
Si dice mirabile verso poiché vi si mira / Si dice anche di là dall’atmosfera / poiché esso risplende molto ma molto / al di là dei colori dell’atmosfera.
Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad V.14.3., trad.it., in: Upaniṣad antiche e medie, Editore Boringhieri, Torino,1960.
Il motivo del tetto compare per la prima volta in Golem, Dolmen, Gödel nel 1981 nella Villa Medicea La Ferdinanda ad Artimino. Si tratta in quell’occasione di un tetto di tegole e coppi di recupero. A doppio spiovente poggia sul pavimento di una grande stanza all’ultimo piano della villa, la percorre longitudinalmente, e da luogo a due spazi incomunicanti, ciascuno con le rispettive porte di entrata e di uscita.
Il tetto ricompare a Sonsbeek 86: è a un solo spiovente e le tegole sono in cera policroma. In questa occasione assume il titolo Mirabile verso di là dall’atmosfera.
Nell’autunno del 1986 con il titolo Le Toit è nella personale al Musée Saint-Pierre Art Contemporain a Lione. A questa epoca risale la costruzione di tre versioni di cui una in cera come a Sonsbeek 86, che è acquisita dal Musée Saint-Pierre Art Contemporain, e due in ceramica, di cui una, con il titolo Mirabile verso di là dall’atmosfera, intorno al 2004 entrerà nella collezione del Castello di Rivoli, mentre l’altra rimane di proprietà dell’artista.
Nel 1995 al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, nella personale dell’artista, il tetto torna sotto forma ottagonale e composto di tegole e coppi di terracotta invetriata. La forma era dovuta a un progetto precedente che era stato concepito nell’ambito di Documenta IX a Kassel per l’interno di un padiglione ottagonale sull’isola di un laghetto nel Karls Aue: il tetto era stato concepito immerso nell’acqua con una cuspide centrale che ne emergeva. Il progetto non fu realizzato. Successivamente era stato presentato in forma di fontana da collocarsi all’esterno del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci: anche questo non realizzato.
Nel 1996 ricompaiono le tegole e i coppi di ceramica smaltata a comporre La strada scaturita dallo sviluppo di una linea iperbolica, nel paese di Sogna in occasione della mostra personale Figure di parola.
Alla Villa La Magia di Quarrata nel 2007 è presentata la versione del Castello di Rivoli.
“Il tetto in ceramica policroma costituisce una specie di stanza insieme a due pareti in forma di librerie-archivio, elemento che appare per la prima volta nel lavoro di Bagnoli e sul quale agisce su due fronti: quello della luce e quello della pittura. […] Sulle pareti delle librerie l’artista dipinge la banda rossa le parole IO X TE e kevala (in sanscrito: “solitario”) […] Fu l’amico Paolo Marinucci nel [1983] ad aggiungere alla testata del giornale Spazio x Tempo la scritta sanscrita “[Kevalalīlā]”. Significa “il gioco del solitario [/] perfetto”: descrive un culto di attraversamento, la situazione di colui che intraprende un cammino di perfezionamento spirituale e il suo raggiungimento dove l’isolamento rappresenta lo stato di perfezione. Il termine “kevalalila” è a Quarrata contratto in “kevala”: “liberazione”, l’arrivo ad uno stato alto di spiritualità.”
Katalin Mollek Burmeister, Incontri, in: cat. Marco Bagnoli, 2007, p. 18.
L’ultima sua materializzazione è costituita da Tetto (lungo Sogna), 1981-2017, in tegole di recupero e costruita per L’Atelier Marco Bagnoli, la cui Apertura si è data il 5 maggio 2017.