Terra delle Madri,
veduta della mostra.
In primo piano:
Sonovasoro, 1997,
su
Scacchiera, 1990,
alabastro,
insieme cm 80 x 70 x 70.
Luoghi d’incontro, Pinacoteca Comunale, Volterra 2006.
Sonovasoro appare per la prima volta al castello di Santa Maria Novella in occasione di Dopopaesaggio / Figure e misure dal giardino a maggio nel 1997: “[…] ho installato nell’ipogeo, all’interno del Castello, due vasi di terra da cui fuoriusciva il suono del didjeridu. Li avrei chiamati entrambi Sonovasoro […]. Nell’affresco [Spazio [x] Tempo. Si fa così X = 5 (+5)=X.] mancavano due punti di colore che rappresentavano i due vasi posti nell’oscurità…”
Marco Bagnoli, inedito, 2017.
Il nome risulta dall’anagramma della locuzione Vaso Sonoro, mentre la forma è una variazione della scultura in legno dipinto Torso, 1995, apparsa per la prima volta nella personale IO X TE/rrazzo / Marco Bagnoli, Galleria Trisorio, Napoli, 1995-1996, ottenuta per rotazione del torso di un Kouros greco.
“La presenza nella mostra di Sonovasoro, 1997 […] implica l’ascolto del suono come parte intrinseca dell’evento. In questo caso si tratta del canto di una rana: “metonimia della palude dell’oltretomba da traversare per raggiungere la porta che immette sull’altro mondo.”
(F. Salvadori)
Antonella Soldaini, Cronologia, in: Marco Bagnoli, in fase di pubblicazione, p. 312.
La Scacchiera, composta da 64 pezzi qui in alabastro, è motivo costante che si ritrova in tutto l’arco dell’attività di Bagnoli a partire dal 1975, vedi Scacchiera sonora, apparsa in Dormiveglia. Due particolari contemporanei in due luoghi: La traversata marittima notturna, alla Galleria Marinucci-Russo a Torino nel 1975. Qui fa da base al Sonovasoro.